Tour & Tasting tra l’area archeologica di Saepinum-Altilia e il Museo di Arte Casearia e della Transumanza

Vivi l’affascinante storia di Sepino seguendo le tracce della transumanza e poi partecipa ad una visita guidata al Caseificio Di Nucci con degustazione di formaggi tipici molisani.

Il Tour & Tasting di oggi sulle orme della Transumanza giunge in uno dei luoghi antichi più affascinanti del Molise: l’area archeologica di Saepinum-Altilia. Una perla della storia molisana che, con il Santuario Italico di Pietrabbondante, rappresenta uno dei siti culturali più di prestigio della nostra regione. Per scoprire questo mondo straordinario abbiamo intervistato l’archeologa-gastronoma Alessandra Capocefalo, che oltre ad essere una professionista del settore è anche un’appassionata estimatrice di formaggi e cultrice del cibo. Partecipa ad una visita guidata al Caseificio Di Nucci con degustazione di formaggi tipici molisani e poi visita l’area archeologica di Saepinum-Altilia.

Quanto è importante il sito archeologico di Altilia e di Sepino e perché visitarlo.

Saepinum-Altilia. Foto di Matteo Alberi.

L’area archeologica di Saepinum-Altilia, a circa un’ora di distanza da nostro Caseificio Di Nucci, è una realtà storicamente complessa nella quale le diverse epoche antiche si sovrappongono e si intrecciano rimanendo, pur nella nuova identità, perfettamente leggibili. Le antiche rovine di una città perduta, in parte riutilizzate in epoche successive, riemergono nel paesaggio agricolo degli anni ’50, in un continuo alternarsi tra differenti periodi storici. “Le prime fasi dell’insediamento sono presumibilmente di origini italiche ma, oggi, quello che è possibile vedere – spiega Alessandra Capocefalo – è ciò che resta del municipio romano di Saepinum.  L’importanza del sito era legata, soprattutto, alla sua posizione strategica a cavallo del Tratturo Pescasseroli – Candela, nel tratto che attraversa la Valle del Tammaro, in corrispondenza dell’attuale paese di Sepino. Nato, probabilmente, come luogo di sosta degli armenti lungo le strade della transumanza, l’insediamento prende forza nel corso dei secoli e diventa uno dei più ricchi ed importanti del mondo italico. In epoca antica, era guardato a vista da una fortificazione a monte, oggi Terravecchia, e poteva vantare un bellissimo santuario extraurbano, posto a metà strada tra la fortificazione e l’insediamento di pianura, in località San Pietro dei Cantoni”. Per diversi secoli, dopo la sconfitta ad opera dei Romani nel 293 a.C., questo luogo così importante del Sannio molisano è stato valorizzato dalla presenza di rilevanti famiglie locali e, in epoca romana, è stato oggetto di una considerevole opera di monumentalizzazione a partire dalle possenti mura, che furono fatte edificare dai figli adottivi di Augusto, Tiberio e Druso.  La fisionomia di questa città antica, con le sue incredibili sovrapposizioni storiche e il suo bellissimo paesaggio, è talmente unica da meritare certamente una visita.

Alle origini di una città antica.

Saepinum-Altilia. Foto di Matteo Alberi.

Gli scavi, effettuati a partire dagli anni Cinquanta del Novecento, hanno messo in luce i principali monumenti dell’area archeologica, che rappresentano, tuttavia, solo una piccola parte dell’intero insediamento del municipio romano. L’elemento monumentale più grandioso e affascinante è costituito dalla cinta muraria su cui si aprono quattro porte. La porta cosiddetta “Bojano” è sicuramente, insieme al teatro, l’attrazione principale del sito. Sono ben visibili, inoltre, la basilica, il foro, il decumano lastricato e le “botteghe” che lo costeggiano. Di particolare interesse il macellum, l’edificio dedicato al mercato. Diverse fontane pubbliche sono state individuate nelle immediate vicinanze del foro e, così, qualche abitazione. Nel percorso di visita si inseriscono anche un impianto termale, una conceria e quel che resta di una ruota idraulica, probabilmente legata alla macinazione dei cereali. All’esterno delle mura spiccano due monumenti funerari. È di recente restauro un tempio della metà del I sec. a.C., tra le novità da visitare nell’area archeologica.

I legami tra i Sanniti e la Transumanza a Sepino.

C’è tanto da vedere e da vivere, come in un vero e proprio viaggio nel tempo, a Sepino, che come preannunciato è un sito con forti legami con il mondo della Transumanza. Come spiega l’archeologa-gastronoma Alessandra Capocefalo, “l’insediamento antico nasce proprio in corrispondenza di un importante incrocio viario, tutt’ora al centro dell’area archeologica. Il municipio romano, infatti, rispetta la presenza degli assi viari principali, già esistenti nell’insediamento sannitico, che diventano il cardo e il decumano della romana Saepinum. Il decumano, in particolare, corrisponde al percorso del Tratturo Pescasseroli – Candela, tra i principali tratturi che attraversano il Molise. Proprio questa circostanza, insieme ad altre simili, ha permesso agli studiosi di ipotizzare un legame tra i Sanniti e la Transumanza. Se, da un lato, non ci sono molti elementi per datare ad un tempo così antico l’intero sistema tratturale attuale e, di conseguenza, le pratiche della transumanza proprie del periodo aragonese e dei secoli successivi, dall’altro lato, abbiamo la certezza che diversi percorsi, come ad esempio quello che attraversava la romana Saepinum e, prima, la sannitica Saipins, erano già in uso in epoche molto antiche. Il toponimo stesso dell’insediamento (lat. saepire = recingere, etnico Saipinaz) potrebbe fare esplicito riferimento alla tradizionale funzione di ricovero e difesa delle greggi. Inoltre, la presenza di una fullonica del II sec.a.C. attesta la presenza di un’”industria” per la lavorazione della lana già attiva e ben strutturata in età sannitica”.

Il formaggio nel mondo antico.

Museo Archeologico di Campobasso. Forbici per la tosatura al n.6. Oggetto “bollitore” al n. 11. Foto di Silvia Santorelli.

Se i legami con la Transumanza sono evidenti, non possono mancare riferimenti al formaggio ed interessanti curiosità che ci svela Alessandra Capocefalo. “Al tempo dei Sanniti e dei Romani, il formaggio era solo pressato. Nessuna fonte testimonia la produzione di formaggi a pasta filata e, presumibilmente, non era ancora stata messa a punto la tecnica della filatura che troviamo citata solo a partire dall’XI secolo. Tuttavia, la produzione e il consumo di formaggio erano estremamente comuni e diverse sono le tipologie di prodotti caseari citate dalle fonti antiche. In Molise, le testimonianze materiali sulla produzione del formaggio sono molto scarse, tuttavia, un frammento di un vaso per la pressatura della cagliata è stato rinvenuto nell’insediamento sannitico di Monte Vairano. Questo prezioso reperto, tra le poche testimonianze della produzione casearia in epoca antica in Molise, è esposto nel Museo Sannitico di Campobasso”. Gli archeologi di Monte Vairano hanno rilevato anche un oggetto che lascia ipotizzare l’esistenza di sistemi per la trasformazione del latte: un bollitore capace di sopportare le alte temperature. È formato da 6 bocche svasate che ne circondano una centrale più grande, nella quale veniva versato il latte, che in fase di bollitura sprigionava dalle più piccole e raccolto da una cornice sporgente veniva riversato in un altro contenitore attraverso il beccuccio.

A chi rivolgersi per visitare l’area archeologica di Saepinum-Altilia.

Area archeologica Saepinum-Altilia. Foto di Matteo Alberi.

In passato l’archeologa-gastronoma ha promosso eventi e manifestazioni per far conoscere maggiormente l’area archeologica, rilevando quanto risulti affascinante per i visitatori. “L’ingresso in questo luogo antico, silenzioso, immerso nella natura, è un viaggio nel tempo dei Romani e della Transumanza. Lontani dalla calca di aree archeologiche più gettonate, con il privilegio di essere quasi completamente da soli, i visitatori possono passeggiare sul basolato originale del foro, entrare nella basilica, ripercorrere le strade dei pastori transumanti, concedersi qualche minuto di relax seduti sui gradoni del teatro di I secolo d.C.. È proprio in questa quiete antica che si cela tutto il fascino di questo luogo unico”.

L’ingresso all’area archeologica è libero. È possibile visitarla in autonomia oppure rivolgersi ad una guida locale per una visita guidata: proloco.sepino@gmail.com oppure memosepino@gmail.com.

Il borgo settecentesco sul teatro ospita, invece, il Museo della Città e del Territorio, visitabile a orari e previo biglietto di ingresso.

Per organizzare il tuo tour al Caseificio Di Nucci di Agnone – visita nel laboratorio di produzione dei formaggi, visita alle cantine di stagionatura del Caciocavallo di Agnone e nel Museo di Arte Casearia e della Transumanza con degustazione di formaggi tipici molisani – contattaci al numero: 3890652328 o scrivici a info@caseificiodinucci.it 

Foto di copertina di Sara Zarlenga.

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