Incursione nell’opera letteraria del 1731 custodita
nel Museo di Arte Casearia e della Transumanza di Agnone.
Per immergerci nello spirito del Natale, abbiamo pensato di aprire per voi una porta nel mondo di una delle opere letterarie dal grande valore culturale, un’opera custodita nel nostro Museo di Arte Casearia e della Transumanza di Agnone.
Si tratta del volume di La Ragion Pastorale di Stefano Di Stefano, unico esemplare perfettamente conservato, stampato a Napoli nel 1731, un viaggio magnifico ed originale nella storia d’Italia e nella Civiltà della Transumanza.
L’immagine disegnata ed incisa sulla copertina del libro antico e la frase con cui Stefano Di Stefano apre la sua Ragion Pastorale sono emblematiche per comprendere il senso del Natale per la società pastorale e per ciò che dovrebbe significare ancora oggi.
“A fidati nella bontà di Colui, che, qual padre de’ lumi, rischiara ogni basso, e scuro intendimento, e spesse fiate rivela agl’innocenti fanciulli, ed annunzia a’ semplici, e rozzi pastori quegli alti misteri, che a’ savj, e più nobili spiriti cuopre, e nasconde, entriamo volentieri a comentar la Pramatica LXXIX de Officio Procuratoris Caesaris (…)”
“Affidandoci alla bontà di Colui che, padre della luce e delle intelligenze, rischiara ogni oscurità fisica e intellettuale e molte volte rivela ai fanciulli e a annuncia ai semplici e rozzi pastori quegli alti misteri che nasconde e copre ai saggi e nobili spiriti, volentieri iniziamo il commento a questo libro (…)”
Stefano Di Stefano riassume così in poche righe l’immagine che dà inizio a questa sua imponente raccolta di leggi, usi e costumi che hanno per secoli regolato la Civiltà della Transumanza. L’incisione infatti che decora la pagina che apre il “Commento alla Pramatica” può essere riassunto nei due concetti a cui fa riferimento l’autore: la luce e l’annuncio.
“Et nox sicut dies illuminabitur” “E la notte si illuminò a giorno” si legge nel cartiglio che sovrasta la scena. Dal sole/astro dal viso umano promanano i raggi di luce che illuminano un paesaggio agreste. Sullo sfondo, una cittadella fortificata: ci troviamo fuori dalle mura di una città, in campagna. Tra le rovine antiche, simbolo del paganesimo su cui si innesta il cristianesimo, si svolge la scena della Natività con gli elementi più caratteristici. Un anziano San Giuseppe, rappresentato con il bastone fiorito simbolo della sua integrità, contempla con il bue e l’asinello simboli rispettivamente del popolo d’Israele e dei pagani, l’adorazione dei pastori.
Secondo il racconto dei vangeli, i pastori furono i primi a ricevere l’annuncio dagli angeli della nascita del Cristo, Luce del mondo. I pastori “semplici e rozzi”, la cui testimonianza non era considerata degna di fede in giudizio, arrivano per primi ad ammirare la meraviglia di questo Bambino s-velato da Maria, raffigurata proprio nell’atto di scoprire il Figlio. Il pastore sulla sinistra si inginocchia, poggia il bastone a terra, una mano al petto e l’altra all’infuori ad esprimere tutto il suo stupore. Il pastore sulla destra invece passa dalla contemplazione all’azione, dedicando una musica a quel Bambino adagiato in una mangiatoia.
Stefano Di Stefano e l’autore dell’incisione riassumono così in estrema semplicità un mistero grande: un Bambino che richiama a sé i più lontani e i dimenticati per far provare loro la “grande gioia” di cui parla l’evangelista Luca.
L’augurio per questo Natale è di incontrare la luce e provare questa stessa gioia. Buon Natale 2019!
Il Museo di Arte Casearia e della Transumanza si può visitare solo su prenotazione:
Tel. 0865 77288
Email: info@caseificiodinucci.it
Le visite guidate si svolgono dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 12.00