Un viaggio di crescita e condivisione con le logopediste esperte di allattamento e alimentazione complementare responsiva Eleonora Ranelli e Francesca Ferrelli, protagoniste di un incontro informativo nel salone museale del Caseificio Di Nucci.
Allattamento e svezzamento, quanti dubbi e quante informazioni contrastanti. E poi, i bimbi piccoli come e quali formaggi possono mangiare? A partire dall’incontro informativo che abbiamo ospitato nel salone museale del Caseificio Di Nucci con le logopediste Francesca Ferrelli – specializzata nell’alimentazione complementare responsiva “lo svezzamento” – e Eleonora Ranelli – esperta nell’abilitazione delle funzioni orali – approfondiamo in questo articolo le tematiche legate all’importanza del formaggio nell’alimentazione infantile e come accompagnare i bambini nella scoperta del cibo: i tagli sicuri per lo svezzamento, gli allergeni, il latte e tutte quelle domande che attanagliano i neo genitori quando si trovano ad affrontare la nutrizione dei loro piccoli, dalla nascita ad un’alimentazione più completa dopo i sei mesi di vita. Come sottolineato nell’introduzione dalla dottoressa Ferrelli, le informazioni fornite non sostituiscono il parere e le indicazioni del pediatra di riferimento.
L’allattamento: il primo nutrimento, un meccanismo perfetto della natura.
Il latte materno è molto più di un semplice alimento: è un nutrimento vivo che cambia la sua composizione in base alle esigenze biologiche del neonato, anche all’interno della stessa poppata. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’allattamento al seno esclusivo fino al sesto mese di vita e poi fino ai 2 anni, affiancato dall’alimentazione complementare.
Una delle domande che tormenta ogni mamma è: “Avrò abbastanza latte?” La risposta è rassicurante. «Il seno funziona come un pozzo: più latte viene estratto, più la mamma ne produce», ha spiegato la dottoressa Eleonora Ranelli, per rompere qualsiasi dubbio che spesso viene innescato, anche da familiari e amici, nella neomamma alle prese per la prima volta con l’allattamento. Le patologie che impediscono questo meccanismo sono infatti rarissime. Nei primi giorni dopo il parto, il colostro rappresenta un vero e proprio oro liquido, sufficiente per nutrire il neonato e fondamentale per la sua salute. Ne necessita pochissimo per soddisfare il bisogno nutritivo del bambino. Poi arriva il latte e comincia quel meccanismo perfetto della natura, per quanto l’allattamento non sia affatto semplice e la mamma abbia bisogno di essere supportata in tutto il periodo, soprattutto nei primi mesi di vita del bimbo.

I segnali di una poppata efficace.
Come capire se il bambino si sta alimentando correttamente? Come spiegato dalla logopedista Ranelli, una poppata efficace non fa male alla mamma, la bocca del bambino è ben aperta e prende oltre al capezzolo una buona parte di areola, non si sentono rumori o schiocchi durante l’allattamento, e il mento del piccolo è ben appoggiato al seno mentre si vedono i movimenti della mandibola. Un mito da sfatare, come ce ne sono tanti sull’allattamento: non esistono regole rigide sul numero di poppate giornaliere, perché ogni bambino segue il proprio istinto di sazietà. Orientativamente saranno tra le 8 e le 12 poppate al giorno. Ma ogni poppata è diversa dall’altra, anche a in merito ai tempi: si può allattare per dieci minuti come per mezz’ora e anche più. Per capire quanto latte abbia assunto il bambino non ha senso fare la doppia pesata, ancora consigliata da diversi pediatri, perché ogni momento è unico ed anche il latte e il suo sapore variano. Si può controllare dai pannolini che sporca.
Con il passare dei giorni il bimbo diventa sempre più competente. Durante l’allattamento, il naso del bimbo deve essere libero. Non bisogna allontanare il seno dal bambino mentre si nutre, altrimenti si rischia un attacco scorretto. È importante che la pancia del bambino sia a contatto con la pancia della mamma, così arriva bene al seno. Il trucco è cercare di evitare ostacoli tra la pancia e il bambino. Inoltre, durante la poppata la mamma deve essere comoda, serena e rilassata. Le posizioni per allattare sono tante, non ce n’è una giusta e una sbagliata.
«L’allattamento è condivisione. Una mamma ha bisogno di un villaggio che la sostenga per fare le proprie scelte. È importante che tutti sappiano come funziona», ha sottolineato la dottoressa Ranelli.

I falsi miti sull’allattamento.
Una donna che allatta deve preoccuparsi di quello che mangia? No. Le uniche cose da evitare sono l’ alcol e la caffeina, che giungono nel sangue, da cui si produce il latte. Ma i falsi miti, le dicerie che bombardano la neo mamma sono tanti: “seno piccolo, poco latte”, in realtà la quantità di latte non dipende dalla grandezza del seno; oppure “allattare è semplice” Non lo è se non si ha qualcuno accanto che supporta la madre e spesso nelle mamma subentra il senso di colpa di non riuscire ad allattare. “Il latte fa latte” è un’altra diceria, perché è solo l’acqua che fa il latte. Invece “la birra fa latte?” Una credenza in parte vera, in quanto tra gli effetti collaterali della birra c’è un aumento effimero di prolattina. Ma la birra è assolutamente sconsigliata, perché contiene alcol che fa male al bambino.

Lo svezzamento: un momento di gioia e scoperta.
A circa 6 mesi, secondo le linee guida del Ministero della Salute, il bambino è pronto per iniziare l’alimentazione complementare. Attenzione: complementare, perché l’apporto nutrizionale principale continua ad essere dato dal latte. Ma è il momento di accompagnare il piccolo verso qualcosa di nuovo. Come spiegato durante l’incontro nel salone museale del Caseificio Di Nucci da Francesca Ferrelli, promotrice dell’evento informativo aperto al pubblico, ci sono diversi segnali che indicano che il bambino è pronto per lo svezzamento: tra questi, il controllo del tronco, il controllo del capo e l’interesse per il cibo quando vede mangiare i genitori. Se questi requisiti non sono ancora presenti, è meglio aspettare.
Che si scelga lo svezzamento tradizionale con le “pappette” o l’autosvezzamento introducendo da subito cibi più solidi, l’importante è che sia un momento di condivisione e crescita. Il termine “alimentazione complementare responsiva” ci ricorda due concetti fondamentali: è complementare al latte, che rimane l’alimento principale, ed è responsiva perché dobbiamo rispettare i tempi e i desideri del bambino. «La bocca del bambino è come il suo cervello: attraverso di essa conosce il mondo, e dobbiamo rispettare le sue scelte», ha sottolineato la dottoressa Ferrelli. Se il bambino sputa un alimento o non vuole una carota in quel momento, non significa che non la mangerà mai. È importante garantire varietà alimentare senza scoraggiarsi al primo rifiuto.
La paura del soffocamento: conoscere per prevenire.
Una delle maggiori preoccupazioni dei genitori durante lo svezzamento è la paura del soffocamento. È fondamentale sapere che il bambino soffoca solo quando presenta difficoltà respiratoria, cambio di colorito, assenza di tosse e assenza di voce o pianto. «Finché il bambino tossisce, significa che sta bene ed è in grado di proteggersi: la tosse è un riflesso naturale di difesa». Per stare più tranquilli, è sempre consigliabile frequentare un corso di manovre di disostruzione pediatriche per affrontare con serenità questa fase.
I formaggi nello svezzamento: tagli sicuri e modalità di somministrazione.

I formaggi rappresentano un’ottima fonte di calcio e proteine per i bambini durante lo svezzamento, ma è importante conoscere come presentarli in modo sicuro. Il Caseificio Di Nucci, con la sua tradizione nella produzione casearia artigianale, è particolarmente attento a fornire informazioni corrette ai genitori.
Non tutti i formaggi hanno la stessa consistenza, e questo fa la differenza. La scamorza, ad esempio, è un solido morbido che va masticato. La stracciata, invece, è un formaggio filamentoso che tende a spappolarsi in bocca rilasciando liquido, quindi ha una doppia consistenza. Per i formaggi filamentosi come la stracciata, è fondamentale tagliarli in modo trasversale, a listarelle. Una regola che vale per quasi tutti i cibi durante lo svezzamento. Questi “bastoncini” vanno presentati lateralmente al bambino, permettendo alla lingua di muoversi lateralmente e educando il piccolo al movimento necessario per una masticazione adulta.
Formaggi freschi come la ricotta possono essere offerti con un cucchiaino (preferibilmente di metallo, che mantiene intatta la temperatura e il sapore dell’alimento), toccando delicatamente il labbro superiore del bambino per favorire la deglutizione.
Quali formaggi scegliere.

Per i bambini dai sei mesi in poi, sono particolarmente indicati:
Formaggi freschi e morbidi: ricotta, stracciata, primo sale, che hanno consistenze facilmente gestibili e sono ricchi di calcio e proteine di alta qualità.
Formaggi stagionati a pasta morbida: come la scamorza fresca, tagliata in bastoncini che il bambino può afferrare e portare autonomamente alla bocca, stimolando anche la dentizione.
Formaggi più stagionati: dopo i 12 mesi, quando il bambino ha sviluppato maggiori capacità masticatorie, si possono introdurre gradualmente formaggi più consistenti, sempre tagliati in modo sicuro.
La posizione corretta durante i pasti e l’intelligenza delle mani.
Il bambino deve essere seduto sul seggiolone con tronco e gambe ad angolo retto, evitando che i piedi penzolino. Chi somministra il cibo deve porsi in modo frontale, permettendo al piccolo di guardarlo. È importante non spingere mai indietro la testa del bambino quando lo si imbocca.
Le mani del bimbo, inoltre, non vanno mai allontanate dalla bocca durante i pasti. Come diceva Maria Montessori, la mano è l’organo simbolo dell’intelligenza. Permettere al bambino di toccare il cibo, di portarlo alla bocca con le proprie mani, lo aiuta non solo a scoprire consistenze e sapori, ma anche a sviluppare la coordinazione mano-bocca che manterrà per tutta la vita. Quando il piccolo afferra un bastoncino di formaggio e lo porta alla bocca, sta compiendo un’azione complessa che stimola lo sviluppo neurologico e la sua autonomia.
Gli allergeni: cosa dice la scienza.
Una delle domande più frequenti riguarda gli allergeni. Quando introdurre latte vaccino, uova, fragole? Come sottolineato dalla logopedista Francesca Ferrelli «le evidenze scientifiche più recenti ci dicono che non ci sono motivi per ritardare l’introduzione di questi alimenti». Se un bambino svilupperà un’allergia, questa non dipende dal momento in cui l’alimento viene introdotto. L’importante è garantire sempre varietà alimentare. Per quanto riguarda i formaggi, i latticini freschi possono essere introdotti tranquillamente dai sei mesi, sempre in tagli sicuri e sotto la supervisione di un adulto.
I liquidi: come proporli.
Durante lo svezzamento, il bambino inizia a bere anche acqua. Il modo migliore per offrirgliela è utilizzare un piccolo bicchiere (anche un bicchierino da liquore di vetro va benissimo), che mantiene il sapore integro. Questo bicchiere va porto lateralmente e appoggiato sul labbro inferiore; quando il liquido tocca il labbro superiore, si innesca naturalmente la deglutizione. Meglio evitare beccucci, che possono favorire uno sviluppo maxillo-facciale non ottimale. Se si deve utilizzare qualcosa, per non usare il vetro, meglio le borracce con la cannuccia.
«Lo svezzamento non è solo una questione nutrizionale: coinvolge lo sviluppo armonioso del massiccio facciale, il sistema psicomotorio, quello relazionale e ovviamente quello nutrizionale. Una buona pratica di alimentazione complementare favorisce lo sviluppo neurologico e linguistico del bambino, prevenendo difficoltà che potrebbero manifestarsi più avanti», ha evidenziato la dottoressa Ferrelli.
Come sottolineano le esperte Francesca Ferrelli ed Eleonora Ranelli, ogni mamma ha bisogno di un villaggio che la sostenga nelle proprie scelte. L’allattamento e lo svezzamento sono momenti di condivisione, non solo tra mamma e bambino, ma con l’intera famiglia e la comunità.
Consigli pratici per i genitori:
- Siate sereni: lo svezzamento deve essere un momento di gioia, non di ansia.
- Rispettate i tempi del vostro bambino: ogni bambino è unico.
- Garantite varietà: più alimenti diversi proponete, più il bambino svilupperà un buon rapporto con il cibo.
- Lasciate esplorare: le mani, il pasticciare, l’esplorare sono parte fondamentale dell’apprendimento.
- Continuate ad allattare: il latte rimane l’alimento principale fino all’anno di vita.
- Informatevi da fonti affidabili: rivolgetevi a personale sanitario qualificato per dubbi e preoccupazioni.
Il formaggio: un alleato prezioso.
I formaggi artigianali di qualità, come quelli prodotti dal Caseificio Di Nucci con latte locale e lavorazioni tradizionali, rappresentano un’ottima scelta per l’alimentazione infantile. Ricchi di calcio, essenziale per lo sviluppo osseo, e di proteine nobili, i formaggi freschi e stagionati possono accompagnare il bambino nella sua crescita, sempre proposti in modo sicuro e appropriato all’età. La chiave è la qualità: formaggi prodotti con latte di alta qualità, senza additivi non necessari, rispettando i tempi della natura e della tradizione, sono la scelta migliore per i nostri bambini.

Allattamento e svezzamento sono tappe naturali della crescita, momenti di profonda connessione e scoperta. Con le informazioni giuste, il supporto di professionisti e la serenità di sapere che ogni bambino ha i suoi tempi, i genitori possono affrontare questo viaggio con fiducia.
Il Caseificio Di Nucci continuerà a promuovere incontri e momenti informativi, mettendo a disposizione della comunità uno spazio di condivisione e crescita per le famiglie del territorio. Perché nutrire non è solo una questione di cibo, ma di amore, rispetto e consapevolezza.






