L’Uomo Cervo e il Carnevale delle Maschere Zoomorfe in Molise

Il Carnevale in Molise è fatto di rituali ancestrali legati alla rinascita della natura: il 19 febbraio 2023 c’è l’Uomo Cervo di Castelnuovo al Volturno (IS) e dal 23 al 26 febbraio ad Isernia ci sono oltre 250 figuranti da tutta Europa per il Carnevale delle Maschere Zoomorfe.

Il significato primordiale del Carnevale, espressione ancestrale del legame tra l’uomo e la natura, si esprime in alcuni particolari rituali che rendono speciali gli eventi carnevaleschi in Molise. Gli ultimi due fine settimana di febbraio 2023 sono l’occasione per visitare il Molise e vivere i riti più significativi del Carnevale nella terra molisana: il 19 febbraio il rito dell’Uomo Cervo, conosciuto come “Gl’ Cierv’”, che si svolge a Castelnuovo al Volturno (IS) al cospetto delle montagne Mainarde; dal 23 al 26 febbraio 2023, ad Isernia, il Carnevale delle Maschere Zoomorfe.

L’UOMO CERVO

Antropologia, folklore, ruralità, il simbolismo legato alla rinascita della natura, sono parte del significato del rito dell’Uomo Cervo, uno dei più importanti ed identitari della nostra regione. Per conoscerlo meglio, abbiamo intervistato Eduardo Vessella, musicista e socio dell’Associazione Il Cervo, la quale quest’anno compie 30 anni e organizza la coinvolgente pantomima che tra musica e rappresentazione teatrale racconta il rituale del “Gl’ Cierv”.

Gl’ Cierv_Foto di Associazione Il Cervo – Credit Lorenzo Albanese Photography

Il rito dell’Uomo Cervo ha origine da un tempo immemorabile. È un rito pagano, che segna il passaggio dalla fine dell’inverno e l’inizio della primavera: l’uomo cervo muore nel male per rinascere buono e tornare tra le sue montagne, buon auspicio di rinascita e di fertilità della natura.  «L’uomo cervo nasce come culto pagano ispirato alla natura. Secondo gli studi riportati da Massimiliano Palmesano nel suo libro “L’Uomo Cervo. Pantomima, rito e mito” era un dio cervo, un dio a sé. In passato non si identificava esattamente con questa tipologia di animale, ma con una bestia. Come per i Krampus, esseri demoniaci rappresentati in Alto Adige e nel nord Europa, c’è una parte buona che si identifica con San Nicola, anche l’Uomo Cervo ha un personaggio buono, Martino, vestito di bianco, una sorta di Pulcinella molisano simbolo di purezza», spiega Eduardo Vessella.

 

La Cerva_Foto di Associazione Il Cervo – Credit Lorenzo Albanese Photography

Il cervo, la cerva, Martino e il cacciatore sono i personaggi principali della pantomima di “Gl’ Cierv” che andrà in scena il 19 febbraio alle 18.30. Dopo il tramonto, l’unica piazza del paese che ha come cornice i monti Marrone e Castelnuovo, appartenenti alla catena delle Mainarde, diventa il pittoresco palcoscenico della rappresentazione che coinvolge molti abitanti, sia come protagonisti sia come figuranti. Comincia tutto da una danza tra il “maone”, lo stregone, con le “janare”, le streghe, che richiamano il cervo dalla montagna. L’animale scende arrabbiato, perché trascurato dalle persone, e crea scompiglio all’interno del paese.

Martino_Foto di Associazione Il Cervo – Credit Lorenzo Albanese Photography

Con l’arrivo della cerva placa le sue ire, intrecciandosi in una danza d’amore, ma coinvolgendo poi anche la cerva nella sua collera furibonda. L’arrivo di Martino, figura del bene, frena la rabbia e con l’aiuto del popolo, tra cui pastori e zampognari, i due cervi vengono legati e stremati si allungano a terra. La popolana, vestita con l’abito tradizionale di Castelnuovo, si avvicina a loro offrendo da mangiare: verdura, mais, quello che ha in casa, ma gli animali rifiutano. Infine, dona loro la polenta. Ma l’unico modo per placare il furore del cervo è il cacciatore, che ha il dono del soffio della vita: spara ai due cervi, soffiando loro nelle orecchie, affinché rinascano buoni. La morte e la rinascita. La fine dell’inverno e l’annuncio della primavera. Prima di andare via i Cervi lanciano il grano addosso alla gente. L’oste continua in un secondo momento a gettare grano a tutti i presenti. Ad accompagnare la pantomima, le colonne sonore di Ernest Carracillo.

Il Maone_Foto di Associazione Il Cervo – Credit Lorenzo Albanese Photography

La cultura rurale è alla base del rito, che svela anche un legame con la Transumanza, grazie alla presenza dei pastori e degli zampognari che costituiscono il popolo. «Il rituale dell’Uomo Cervo in realtà non può essere raccontato. Va vissuto, perché ognuno vivendolo ha una sua interpretazione e si immerge nella vicenda», spiega Eduardo Vessella. Sarà una serata speciale, alla quale parteciperanno anche altre maschere antropologiche e zoomorfe: il Diavolo di Tufara del Molise, i Survakari di Zemen dalla Bulgaria, il Cucibocca dalla Basilicata, la Compagnia degli Zanni del Lazio. Tutte maschere accumunate dal rito e dalla tradizione. A concludere la serata sarà una jam session, un concerto aperto a tutti i musicisti, a tutti coloro che vorranno suonare insieme.

Scarica il PROGRAMMA di GL’CIERV – L’UOMO CERVO

 

 

 

 

 

IL CARNEVALE DELLE MASCHERE ZOOMORFE

Un altro appuntamento da non perdere, per restare in tema, è dal 23 al 26 febbraio 2023, ad Isernia, per il Carnevale delle Maschere Zoomorfe. Un grande evento che trasformerà Isernia nella capitale del Carnevale d’Europa, con quattro giorni di iniziative, che culmineranno il 25 febbraio alle 16.30 con la sfilata di oltre 250 figuranti rappresentanti i principali riti carnevaleschi europei, tra cui l’Uomo Cervo. Le maschere sfileranno anche su Corso Garibaldi, davanti al nostro negozio di Isernia.

Kurent_Slovenia. Foto: Vesna Pusnik Brezovnik/STA

Ci saranno tra i tanti: i Kurents dalla Slovenia, inclusi nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO, vestiti di velli di pecora, con grandi campanacci legati alla vita e un enorme copricapo di pelliccia decorato con corna, piume e nastri colorati;  i Momotxorros dalla Spagna,  anch’essi con pelle di pecora sulle spalle, in testa corna bovine, alla cintola campanacci ed in mano un forcone di legno; gli Zvoncari tipici delle regioni croate nelle quali veniva allevato il bestiame con il compito di cacciare gli spiriti maligni d’inverno e di stimolare il nuovo ciclo primaverile; le Maschere Cornute di Aliano, in Basilicata, che rievocano creature demoniache e goffe con particolari cappelli colorati e sono citate come “animali inferociti” da Carlo Levi nel suo “Cristo si è fermato ad Eboli”; dalla Sardegna gli Arestes vestiti di pelli di capra, pecora e bue lunghe fin sotto le ginocchia, con ossa di animali sulle spalle, pronti a sacrificare l’Urtzu rappresentato da un uomo che indossa un’intera pelle di pecora, capra o toro, con il copricapo sormontato da maestose corna di toro; dalla Valle d’Aosta le Landzette con i loro coloratissimi costumi ricamanti a mano che ricordano le uniformi di Napoleone che nel 1800 transitò con un esercito di 40.000 uomini nella Valle del Gran San Bernardo: portano maschere e tengono in mano una coda di cavallo, scacciano via gli spiriti avversi per accogliere la nuova stagione con un’esplosione di suoni e colori.

i Momotxorros dalla Spagna

«In Molise e in numerose aree geografiche d’Europa  – ha scritto Mauro Gioielli, direttore artistico del Carnevale delle Maschere Zoomorfe – sopravvivono feste e rituali che vedono protagoniste le maschere dell’uomo-fauno, travestimenti legati principalmente al periodo di carnevale oppure ad esso rapportabili in chiave di riti di passaggio stagionale. (…) La vestizione conduce a una metamorfosi simbolicamente interpretabile quale legame prodigioso, laddove il protagonista del travestimento, anche in chiave di suggestione e di spettacolarità festiva, si identifica nell’animale attraverso la sua personificazione».

IL PROGRAMMA

Giovedì 23 febbraio

  • Isernia, auditorium Unità d’Italia. Alle ore 11, apertura Punto informativo. Alle ore 17.30, proiezione di filmati e presentazione di libri su alcuni carnevali

Venerdì 24 febbraio

  • Campobasso, sala dell’ex-Gil, ore 16.30, convegno internazionale con la presentazione delle diverse maschere partecipanti alla rassegna e con l’intervento di studiosi italiani e stranieri
  • Isernia, ore 21.30, auditorium Unità d’Italia, concerto de ‘Il Tratturo’, musica etnica molisana

Sabato 25 febbraio

  • Isernia, ore 16.30, Grande Corteo in Maschera con la sfilata di gruppi italiani e stranieri partecipanti alla rassegna e la contestuale rappresentazione dei rispettivi riti carnevaleschi. Alle ore 20, in piazza Andrea d’Isernia, raduno finale delle maschere e prosieguo della festa con musica folk e servizi di street food

Domenica 26 febbraio

  • Isernia, ore 11, in piazza Andrea d’Isernia, pantomime all’aperto con le maschere dei carnevali molisani.

Nel corso della manifestazione avranno luogo altre iniziative, come la preparazione e la degustazione di pietanze tipiche della tradizione carnevalesca con la consulenza culturale e gastronomica dell’Accademia Italiana della Cucina.

 

 

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