Quattro tipologie di esperienze per immergersi nel laboratorio di produzione del formaggio del Caseificio Di Nucci, nelle cantine di stagionatura e nel Museo dedicato a Giovanni Di Nucci, ultimo massaro della civiltà della Transumanza e il primo a creare un’azienda agricola autonoma.
È un’esperienza emozionante varcare le porte del Caseificio Di Nucci e immergersi in un percorso di storia e gusto lungo 11 generazioni. La curiosità di scoprire come nascono i formaggi della tradizione molisana, tra i vapori del laboratorio di produzione caseario, la meraviglia davanti allo scorrere del tempo nelle cantine di stagionatura del Caciocavallo di Agnone, il viaggio nelle vicende tracciate dalla civiltà dei Tratturi attraverso le storie esclusive della famiglia Di Nucci nel Museo di Arte Casearia e della Transumanza. Sono solo alcune delle emozioni che si provano partecipando alle visite guidate nel Caseificio Di Nucci, la cui famiglia, tanti anni fa, ha cominciato ad accogliere visitatori e buongustai nei suoi spazi produttivi e museali, e oggi rinnova completamente l’esperienza, con 4 nuovi percorsi di visita ideali per soddisfare grandi e piccoli, coppie e famiglie.
I 15 anni del Museo dedicato a Giovanni Di Nucci
Il 24 giugno 2023, il giorno di San Giovanni, è la data scelta per celebrare un anniversario speciale: i 15 anni del Museo di Arte Casearia e della Transumanza dedicato a Giovanni Di Nucci, il nonno del titolare Franco Di Nucci, con cui è cresciuto per gran parte della sua infanzia, ultimo massaro della civiltà della Transumanza e il primo a creare l’azienda agricola che poi sarebbe diventata il Caseificio Di Nucci. Il Museo, in cui ripercorrere le vicende della zootecnia e del mondo della Transumanza, ma anche la storia del formaggio attraverso avvincenti racconti, opere storiche, gli originali strumenti antichi appartenuti ai massari e ai mastri casari ed utilizzati lungo le vie erbose dei Tratturi dalla montagna al mare, e preziosi cimeli di famiglia, è un omaggio a Giovanni, persona di grande talento, che ha saputo cogliere le trasformazioni della società tra fine ‘800 ed inizio ‘900 per dare slancio ad una nuova epoca. Le sue testimonianze, narrate quotidianamente al nipote Franco durante le estati e gli autunni trascorsi con i nonni a Capracotta, sono racchiuse in un diario, che ora fa parte della collezione museale.
Il giorno di San Giovanni era particolare per la famiglia Di Nucci. Giovanni aveva istituito un rituale: tutti i nipoti, i figli, i parenti e gli amici stretti, si recavano nella casa di Capracotta per salutare il nonno, il quale per l’occasione si faceva portare il latte appena munto all’alba e preparava la Stracciata fresca per tutti, accompagnata dal prosciutto e dal vino. «A 85 anni riusciva ancora a fare il formaggio di altissima qualità, con l’aiuto di mia nonna», racconta Franco Di Nucci, legatissimo al nonno Giovanni e con un bagaglio pieno di ricordi e di insegnamenti da parte sua.
Pensando a lui, Franco ha avuto l’idea 15 anni fa, nel 2008, di aprire un Museo di Arte Casearia e della Transumanza ad Agnone. «Un’idea già connaturata nella mia scelta professionale di dedicarmi al Caseificio – spiega Franco -. Sono cresciuto con mio nonno, da fine maggio al giorno dell’8 dicembre vivevo con lui a Capracotta e da lui ho appreso la capacità di fare i formaggi. Quando nel 1980 decisi di continuare il lavoro, il concetto del museo era insito nella mia mente, perché una delle motivazioni più forti era quella di portare avanti questa antica storia, che mi aveva emozionato nei racconti di famiglia, soprattutto nelle sere fredde davanti al fuoco, quando non si poteva uscire».
Giovanni Di Nucci, una storia che travalica i secoli
«Mio nonno nacque nel 1880, e cominciò da giovanissimo a fare il massaro con la famiglia Conti, che aveva un grosso allevamento formato da centinaia di vacche e migliaia di pecore di transumanza – racconta Franco Di Nucci -. Si occupava degli animali, in particolare di quelle che lui chiamava “le vaccarelle”, le vacche normanne, una tipologia di vacche minute, ma anche di fare il formaggio. Mi ha insegnato tutto. Da quando aveva 15 anni, finché è stato chiamato a fare il militare, si occupò delle vaccarelle, per poi lasciarle al fratello Luigi, l’altro protagonista della foto scattata nel 1924 con i fratelli in giacca e cravatta che fanno i formaggi e che è racchiusa nel nostro logo aziendale. Poi Giovanni fu chiamato a fare la prima guerra mondiale. Al ritorno, cominciò a collaborare con altri allevamenti, finché riuscì ad acquistarne uno tutto suo: comprò 300 ettari della masseria D’Alena, tra Capracotta e San Pietro Avellana, passando da massaro ad imprenditore. È morto a 93 anni». Questa evoluzione ha segnato la storia della famiglia e del Caseificio Di Nucci, che tramanda la sua esperienza, le sue tecniche di produzione, la sua memoria, di padre in figlio da 11 generazioni.
Le prime visite guidate nel retro bottega del Caseificio
Le prime visite guidate sono cominciate nel retro bottega del negozio di Via Roma ad Agnone, dove il padre di Franco, Antonio Di Nucci, produceva i formaggi. Alcune persone, incuriosite, volevano vedere come il latte si trasforma, comprendere, sentire il profumo del formaggio appena fatto. «Si trattava di visite spontanee – spiega Franco – ma sono state lo spunto per creare un percorso di visita strutturato e far nascere il museo. Ci sono attrezzature fatte da mio padre, esposte nel museo, c’è il cucchiaio di legno di mio nonno, lo stesso che ho usato anch’io per fare la prova della pasta, e anche il “caldaione” che si portava lungo i Tratturi per fare il formaggio durante la notte e tante curiosità che svelano la storia del formaggio». Tra le opere storiche, nel Museo di Arte Casearia e della Transumanza, c’è la Ragion Pastorale, un libro autentico di fine ‘700, uno dei preziosi volumi diffusi nel mondo degli avvocati della civiltà della Transumanza e dei funzionari dello Stato, ricco di illustrazioni.
Le nuove visite guidate del Caseificio Di Nucci
I figli di Franco e Rosetta sono oggi i custodi del Museo, coloro che lo rendono vivo. Francesco Di Nucci è responsabile della produzione e accoglie i visitatori nel laboratorio caseario, Serena Di Nucci li guida nella degustazione, in quanto assaggiatrice ONAF di II livello, mentre Antonia Di Nucci attende gli ospiti nel Museo di Arte Casearia e della Transumanza per condurli in un viaggio multisensoriale. È stata lei ad organizzare i nuovi percorsi di visita che rendono l’esperienza ancora più coinvolgente e più multimediale, tra approfondimenti culturali, curiosità e gustose degustazioni.
Il Museo di Arte Casearia e della Transumanza è stato migliorato con un restyling estetico e funzionale. «I colori dell’esposizione richiamano quelli del logo e fanno da sfondo agli strumenti antichi degli antenati – spiega Antonia Di Nucci -. Un monitor ci consente di condividere le foto, i documenti e le storie della famiglia legati al fenomeno transumante. Questo restyling è un altro tassello che si aggiunge ai lavori di ristrutturazione partiti nel 2021 per migliorare l’accoglienza dei visitatori». Al cuore di questi lavori il perfezionamento dell’accessibilità. In struttura è stato installato un montascale a pedana e durante il percorso espositivo sono presenti strumenti di comunicazione aumentativa alternativa (C.A.A.). Le visite, dunque, sono specialmente dedicate a persone con bisogni comunicativi complessi (disturbi del neuro-sviluppo, disabilità intellettiva e altri, sia in età adulta che in età evolutiva).
Per tutti i visitatori è un’esperienza straordinaria che attraversa centinaia di anni. Una storia che si può assaporare in ogni assaggio di formaggio Di Nucci.