Piccolo Natale agnonese: il 21 novembre è il giorno della Madonna delle Grazie e gli agnonesi si svegliano all’alba per ascoltare le note della Pastorale Agnonese. E poi assaporare cioccolata calda e raffaiuoli.
Molti tra voi, ad Agnone, mentre state scorrendo le dita sullo smarphone o leggendo sul computer questo articolo, avete già assaporato con gusto, alle prime luci del mattino, cioccolata calda e “raffaiuoli”. Per quanti non li conoscono, sono biscotti a base di uova, zucchero, farina, olio d’oliva e latte, che per la colazione del 21 novembre di ogni anno diventano protagonisti di un rito gastronomico, abbinati alla cioccolata calda e al caffè.
Si tratta di una colazione speciale, frutto di una tradizione che si rinnova da anni e che annuncia l’arrivo del Natale. Gli agnonesi si svegliano più presto che mai, si preparano con abiti eleganti e si recano in Chiesa, per rinnovare un’antica usanza religiosa che trae le proprie radici dalla transumanza.
Il 21 novembre è, infatti, il giorno in cui si rende omaggio alla festa della Madonna delle Grazie. L’affollata messa si svolge alle 6 del mattino nella chiesa di San Marco Evangelista e tutta la comunità vuole essere presente, con sentita partecipazione. Una cerimonia molto particolare, fatta di momenti commoventi, in cui risuonano le note della tradizionale Pastorale Agnonese, composta dal musicista Filippo Gamberale nella seconda metà dell’ottocento. Una melodia dolce, un tempo suonata da un’orchestra di artigiani, oggi da 15 giovani musicisti ed amanti della musica della città. Le note dell’organo e degli altri strumenti rievocano l’atmosfera delle feste natalizie, come un canto che viene dal passato per riempire di emozione il presente. La Pastorale Agnonese torna poi a risuonare a Santa Lucia, il 13 dicembre, nella Chiesa di Sant’Emidio, il 31 dicembre nella residenza per anziani di San Berardino, il 26 dicembre nella Chiesa di San Nicola, il 6 gennaio nella Chiesa dei Cappuccini, il 17 gennaio nella Chiesa di Sant’Antonio, il 2 e 3 febbraio per la Candelora nella Chiesa di San Biase.
Una melodia che richiama nel nome, così come lo è per l’intera tradizione, la vita nei campi, l’allevamento, l’artigianato. Agnone ha alle spalle una grande storia religiosa. Dal 1400 alla seconda guerra mondiale era il centro religioso più importante del territorio. Inoltre, nel periodo che precedette gli anni ’50, le arti e i mestieri erano molto diffusi nella cittadina. C’erano una miriade di laboratori del rame, dell’oro e dell’argento, e poi fabbri, falegnami, calzolai, e ovviamente forgiatori di campane. E allevatori, produttori di formaggi, come la nostra famiglia, che dalla civiltà della transumanza ha tratto la sua linfa, per dar vita all’arte casearia.
Agnone è ancora città artigiana. Ma in quegli anni, quando l’aria si faceva pungente come quella dei nostri giorni e le montagne cominciavano ad imbiancarsi di neve, gli artigiani e gli allevatori partivano lungo i Tratturi, per vendere i propri prodotti nelle fiere di altre zone del Molise e nelle regioni limitrofe. A volte, potevano tornare solo dopo Natale. Così, il 21 novembre, gli artigiani con le loro famiglie partecipavano alla messa delle sei del mattino nella chiesa di San Pietro, dove ricevevano la benedizione della Madonna delle Grazie, secondo il vecchio detto “Che Dio ti aiuti e la Madonna ti liberi da ogni pericolo”, per poi incamminarsi lungo le grandi strade erbose.
Oggi il 21 novembre è il giorno ribattezzato nella cittadina alto molisana come il “Piccolo Natale”. È la data che segna l’inizio delle feste e che invita pasticcieri e pasticcere a preparare ostie con le noci, mostaccioli e prelibatezze da assaporare in tutto il periodo dell’Avvento e poi nelle ultime settimane dell’anno. Finita la messa, quindi, si va nelle case della gente, dove famiglie devote alla tradizione apparecchiano le tavole per condividere la cioccolata calda con i dolci “raffaiuoli”. Fatti anche di latte, come quello munto lungo i Tratturi durante la transumanza, come quello che ancora oggi, in Alto Molise, è materia prima di qualità dei nostri formaggi della tradizione.