I fiori della Transumanza

Sui pascoli e lungo i Tratturi dell’Alto Molise c’è una grande biodiversità di fioriture, che arricchiscono di proprietà i nostri formaggi. Ecco dove trovarli con la guida ambientale escursionistica Michele Permanente.

Maggio è il mese delle fioriture e in Alto Molise i pascoli dell’Appennino si dipingono di fiori spontanei ed erbe profumate che rendono il paesaggio variopinto. Per noi che viviamo in questo territorio disegnato dalla natura ammirare i fiori che crescono nei campi, colorano le strade di campagna, spiccano tra arbusti e boschi è uno spettacolo quotidiano. Per le vacche al pascolo è continuo nutrimento, il privilegio di assaporare piante dalle tipologie diverse, che andranno ad arricchire di proprietà il latte e i formaggi che produciamo a pochi chilometri dai rigogliosi pascoli. La magia delle fioriture significa nutrirsi di biodiversità. Da dove deriva allora la bontà e la qualità del Caciocavallo di Agnone? Sicuramente anche da questa biodiversità floreale, una ricchezza inestimabile.

Orchidea

C’è un’altra caratteristica che contraddistingue i pascoli e il territorio alto molisano: siamo nella terra dei Tratturi e della Transumanza, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Lungo le vie erbose e fiorite si muovevano le greggi e le mandrie dalla montagna al mare, percorsi che ancora oggi possono riconoscersi e talvolta si possono seguire praticando bellissime escursioni nella natura.

Per scoprire più da vicino le meraviglie floreali che danno alimento, sentori e profumi ai nostri formaggi e al Caciocavallo di Agnone, abbiamo chiesto a Michele Permanente, guida escursionistica ambientale AIGAE, di raccontarci i fiori della Transumanza.

I FIORI CHE CRESCONO LUNGO I TRATTURI

«Le fioriture presenti sui Tratturi sono le tipiche fioriture appenniniche, e mi piace immaginarle,  contaminate nei secoli, quando la transumanza viva attraversava le autostrade verdi. Milioni di pecore e vacche che dall’Abruzzo e dal Molise percorrevano, brucavano e davano vita ai Tratturi. Nel loro attraversare gli Appennini hanno “contaminato” anche la flora del territorio, spostando e arricchendo i fiori e le piante, mangiando e defecando lungo i pascoli».

Così, nei luoghi più ad alta quota toccati dal Tratturo Celano-Foggia, che attraversa il territorio di Vastogirardi e San Pietro Avellana, cominciano a sbucare, già dall’inverno, i bucaneve, fiore simbolo della rinascita, riconoscibile ai margini della faggeta, e il bellissimo croco della neve, dai colori violacei, simile al zafferano, ma assolutamente non commestibile. E poi il piè di gallo, particolare fiore giallo della famiglia dei ranuncoli. Percorrendo il Tratturo ed andando incontro alla primavera, ci spiega Michele Permanente, è difficile non restare meravigliati dalle fioriture di primula, le violette, e i favagelli. Mentre già a maggio e giugno appaiono sui Tratturi le bellissime orchidee spontanee.

«Ci sono poi tante piante e fiori commestibili come il tarassaco, la cicoria, il crespigno e la borragine. Nei punti più alti si riesce a trovare anche l’orapo (spinacio selvatici). Una miriade di piante e fiori decora i nostri paesaggi e i pascoli di montagna».

piè di gallo

COM’È CAMBIATA LA FLORA SULLE STRADE DELLA TRANSUMANZA

Non tutti i Tratturi sono percorribili e con il cambio dei tempi, la Transumanza che vedeva gli animali percorrere le vie erbose due volte l’anno, non si è più svolta, se non per specifiche occasioni. Così anche la flora sui Tratturi è cambiata. La vegetazione era prevalentemente fatta da erba e sui lati del Tratturo c’erano le siepi, formate da pruno selvatico, rosa canina, biancospino, ginestre e rovi. «Oggi invece questo tipo di vegetazione arbustiva ha invaso anche la parte centrale dei Tratturi, arrivando in alcuni punti ad ostruire il passaggio e formare dei boschi. C’è comunque il lato bello di questo cambiamento: biancospino, ginestre, pruno, ginepro e rovi regalano bellissime fioriture e buonissimi frutti come le bacche di pruno, di rosa canina o le more ottimi per confetture e liquori».

ESCURSIONI TRA PASCOLI E TRATTURI

La tendenza al turismo lento e sostenibile, che si sta arricchendo di possibilità negli ultimi anni in Molise, vede diverse opportunità per scoprire i Tratturi a piedi. Ad esempio, come consiglia Michele Permanente, «i tratti più interessanti si trovano lungo il tratturo Castel di Sangro-Lucera nei pressi di Pescolanciano, con il suo bellissimo Castello e la torre medievale di Santa Maria dei Vignali. C’è poi il Tratturello di collegamento tra il Castel di Sangro-Lucera e il Celano-Foggia, che da Pescolanciano arriva a Carovilli: qui c’è un area di sosta nei pressi della chiesetta di San Domenico dei Serpari, dove è ancora possibile leggere su una lapide posta dietro la chiesa, come il passaggio della Transumanza fosse ricchezza per il territorio. I pastori pagavano per attraversare queste terre e utilizzare i pascoli. Portavano nei territori attraversati ricchezza, lavoro e scambi commerciali».

Berretta di prete alberello che si può trovare anche nelle siepi laterali al tratturo

Per conoscere il mondo della Transumanza, potete fare tappa ad Agnone, nel nostro Museo di Arte Casearia e della Transumanza. Ma anche partecipare alle bellissime escursioni giornaliere o di più giorni organizzate in Molise dalla guida Michele Permanente, tra autostrade verdi, boschi, pascoli e preziosi borghi.

Tra le iniziative in programma, il trekking sul Regio Tratturo Castel di Sangro-Lucera, l’escursione sul Tratturello di Carovilli e poi sul Regio Tratturo Celano- Foggia nei pressi della Riserva MaB di Montedimezzo.

Spostandosi sul Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, si può percorrere con Michele Permanente il tratto che attraversa Altilia nel territorio di Sepino. Inoltre, sono in programma altre escursioni per esplorare i paesaggi e i pascoli in quota, come a Capracotta, dove ci sono alcuni degli allevamenti da cui raccogliamo il latte che si trasforma nei nostri formaggi. Altre esperienze sono previste sulla Montagnola Molisana tra Frosolone e Civitanova del Sannio, nella zona di Vastogirardi e San Pietro Avellana,  «perché se i Tratturi sono stati e sono tutt’ora importanti, lo sono allo stesso modo i pascoli in quota oltre i 1000 metri».

Vi abbiamo incuriosito? Noi non vediamo l’ora di andare alla ricerca dei fiori della Transumanza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.